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Musica con strumento

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Musica con strumento



CONVEGNO AL MIUR
Milano, 6 ottobre 2014 - 17:10
Musicisti nelle scuole: così si  formano dei buoni cittadini
La proposta dell’ex ministro Berlinguer: insegnare flauto o violino fin dalle elementari.  Giannini: «È una priorità». Il musicista Paolo Damiani: «Aiuta anche le altre materie»
di Antonella De Gregorio (tratto da www.corriere.it)

Musica per tutti.
Quella vera: strumento, coro e orchestra. Non solo «discorsi» sulla musica. A partire dalle elementari, magari anche prima, dalla scuola dell’infanzia. Sembrava un sogno, quindici anni fa, quando Luigi Berlinguer, ex ministro della Pubblica Istruzione, iniziò la sua crociata per alzare il livello di competenza musicale del Paese: «La musica serve a formare un essere umano, come le Scienze e l’Italiano», sostiene da sempre. Quel sogno un po’ di strada ne già ha fatta, attraverso sperimentazioni e pratiche virtuose affidate all’autonomia scolastica, ma oggi si apre un’opportunità «storica» - la definisce Berlinguer - «per il Paese»; e per il Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica, di cui  lui è presidente.
Il Piano
Ad aprire uno spiraglio, il punto n. «4 e 4.1» del programma del governo per «La Buona Scuola», che   prevede espressamente l’introduzione dell’insegnamento musicale dalla primaria: «musica», per  il Comitato, che oggi è sceso in campo per formulare una proposta, forte delle esperienze registrate sul territorio in questi anni e delle parole del ministro Stefania Giannini, che ha confermato che «imparare subito la familiarità con uno strumento, fare musica, non solo studiare musica, è una delle priorità della Buona Scuola».  «Abbiamo inviato  la proposta di un Piano per la musica al governo e a una settantina di istituzioni musicali - spiega Berlinguer - , dalla Scala di Milano, all’Orchestra Verdi, dalla Fondazione San Carlo di Napoli, alla Fenice di Venezia, al San Carlo di Napoli, al Teatro dell’Opera di Roma. Le istituzioni hanno detto sì, e a loro si sono aggiunte fondazioni bancarie, rappresentanti dell’editoria musicale, dirigenti scolastici, docenti».
Aiuta anche le altre materie
La proposta, formulata insieme a testimonial e musicisti  come Paolo Fresu e Danilo Rea, si articola in tre punti: insegnanti  con titoli e competenze che affianchino i maestri; un apposito piano di formazione; e «la volontà di portare a sistema il contributo delle singole scuole e istituzioni». Perché  «l’apprendimento della musica, il linguaggio musicale aiuta anche nelle altre materie - ha spiegato il musicista Paolo Damiani - migliora la capacità di apprendimento».
Il linguaggio musicale
Sono già un migliaio le scuole che si sono candidate per il potenziamento della pratica musicale nel curricolo scolastico  prevista nel D.M. 8/11. Quarantatré quelle dove il progetto è già partito: hanno introdotto il linguaggio musicale, portato violini, flauti e tastiere tra i banchi, avviato cori, sperimentato l’improvvisazione. Da Vibo Valentia a Torino, dall’Emilia Romagna alla Liguria: hanno risposto alla sollecitazione ad utilizzare lo strumento dell’autonomia scolastica, vista - a seconda della lettura che ne è stata data - come un’«arma spuntata» o una sfida ambiziosa; hanno messo a disposizione le capacità creative (anche in senso organizzativo e di gestione delle risorse) della scuola.  
Due ore per tutti
L’obiettivo, oggi, è introdurre due ore di educazione musicale nella scuola primaria: una previsione già contenuta nelle indicazioni per il curricolo obbligatorio dai 3 ai 14 anni per il primo ciclo (2012) ma mai applicata, per mancanza di insegnanti qualificati. Il progetto è sostenibile, assicura Berlinguer: «Con una piccola integrazione da parte dello Stato e una riorganizzazione del corpo insegnante si può partire già dal prossimo anno in 5000 scuole». Convenzioni con il terzo settore, Università e Conservatori. Ma anche lo strumento delle utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie ex art. 6 ter del Ccnl; o il prestito professionale; la diversa modulazione oraria dell’insegnamento di strumento musicale. «Ci sono 400 docenti di secondaria che possono candidarsi e negli istituti comprensivi è possibile il passaggio tra elementari e medie», dice Annalisa Spadolini, docente referente per il Miur. «Le famiglie amano questo approccio, i docenti hanno capito che è importante, la ricerca cognitiva ci ha messo del suo», spiega. Un humus fertile, che potrebbe portare al compimento di un progetto che negli ultimi anni ha visto la  riorganizzazione dell’alta formazione musicale, l’inserimento del liceo musicale tra i nuovi indirizzi della scuola secondaria di II grado, l’istituzione delle scuole medie ad indirizzo musicale.   

Musica dall’infanzia
Il Piano illustrato prevede alfabetizzazione musicale già dalla scuola dell’infanzia, potenziamento alle Medie degli indirizzi musicali, ampliamento dei Licei musicali a livello territoriale, reintroduzione dell’educazione musicale in tutte le tipologie di scuola Superiore. Sono alcuni degli interventi proposti nel Piano nazionale per la musica. E poi una massiccia formazione in servizio di tutti gli insegnanti coinvolti (con la collaborazione di Conservatori e Università), un accordo quadro Stato-Regioni che promuova, tra l’altro, una stretta collaborazione con il ministero dei Beni culturali e l’apertura ai privati. «Sarà fondamentale - è stato spiegato - l’apporto fornito da Fondazioni, enti lirici, bande, corsi, scuole di musica, associazioni di genitori e di volontariato, sponsor». «Quello che è mancato, finora, manca - afferma Berlinguer - è una prospettiva di continuità e verticalità. L’inventiva e l’iniziativa individuali contano molto,  ma non bastano».



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